Il Centro Studi Femininum Ingenium invita studiose e studiosi a sottoporre al Comitato Scientifico e al Direttore editoriale la valutazione di saggi per la pubblicazione di uno dei prossimi volumi della propria Collana.
Il tema proposto è quello della famiglia: che sia declinato -a titolo esemplificativo- in relazione allo Stato, in quanto realtà preesistente ad esso e suo elemento fondativo, o nella sua relazione con il rispetto della dignità umana, nella sua funzione pubblica e/o nel suo rapporto con il matrimonio, resta argomento sempre attuale nella discussione politica, filosofica e sociale.
L’idea che la famiglia sia la primordiale e fondamentale cellula della società e dello Stato emerge con forza sia in molte carte costituzionali sia in numerosi documenti internazionali in tema di diritti umani. Si tratta, evidentemente, di un concetto considerato tra i pilastri che sorreggono la complessa architettura dello Stato, a partire sin dall’antichità (Aristotele – famiglia fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo, Sant’Agostino – famiglia come bene in sé, San Tommaso – rimedio di santità per l’uomo contro il peccato).
La famiglia ricopre funzione pubblica fondamentale in quanto risorsa primaria ordinata al bene comune. Ciò significa che, sotto il profilo dell’organizzazione e dello sviluppo sociale, il suo riconoscimento come prima e vitale cellula della comunità umana, impone che ad essa si guardi tenendo ben presente il suo ruolo di risorsa sociale (famiglia come primo momento dell’eticità – Hegel, famiglia realtà naturale e risorsa – D’Avena, famiglia realtà originaria con fondamento nella fraternità e nella pace – D’Agostino). Lo stretto legame famiglia-società è tale che senza questa prima e vitale cellula la società e lo Stato sono privi di fondamenta; se questa prima e vitale cellula va in crisi, la società e lo Stato entrano in crisi.
Anche a livello internazionale, ad esempio, nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (ONU, 10 dicembre 1948) la famiglia viene definita “nucleo naturale e fondamentale della società” che pertanto “ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato” (art. 16, comma III). Le stesse parole sono sostanzialmente riprese nei Patti del 16 dicembre 1966, anch’essi elaborati in seno all’ONU: l’art. 23, comma I, del Patto internazionale sui diritti civili e politici ripete che “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”; l’art. 10, comma I, del Patto sui diritti economici, sociali e culturali ribadisce: “La protezione e l’assistenza più ampia che sia possibile devono essere accordate alla famiglia, che è il nucleo naturale e fondamentale della società, in particolare per la sua costituzione e fin quando essa abbia la responsabilità del mantenimento e dell’educazione di figli a suo carico”.
Attualmente sulla famiglia pesano notevoli difficoltà, legate da una parte all’affermazione sempre più capillare dell’individualismo che sfocia nel più sfrenato narcisismo; dall’altro, essa risente negativamente dei ritardi e delle lentezze nella realizzazione degli interventi di sostegno, promozione e protezione a suo favore, sia da un punto di vista legislativo sia da quello amministrativo e territoriale.
In taluni casi questi ritardi hanno fatto sì che, da luogo più sicuro in assoluto, la famiglia si sia tramutata in teatro di abusi e violenze.
Giovanni Paolo II ha qualificato “ancora più grave” il fatto che gli attentati contro la vita umana “in larga parte, sono consumati proprio all’interno e ad opera di quella famiglia che costitutivamente è invece chiamata ad essere «santuario della vita” (Evangelium vitae n. 11); “in tal modo la famiglia viene mortalmente ferita e profanata nella sua natura di comunità di amore e nella sua vocazione ad essere santuario della vita” (Evangelium vitae n. 59).
Rimane, dunque, il compito fondamentale di riscoprire, per dirla con Jonas, il peso e la portata delle nostre azioni che devono essere valutate non solo per le conseguenze nei confronti dei contemporanei ma anche di coloro che non sono ancora nati. Emerge, pertanto, la necessità che l’essere umano impari ad esercitare il principio di responsabilità e a prendere in considerazione le conseguenze future delle sue scelte e dei suoi atti in nome della salvaguardia dell’essere e dell’umanità ed in funzione di un bene comune.
Date queste brevi premesse e riflessioni generali, la presente call invita studiosi interessati a presentare un contributo prevalentemente teorico sui temi quali:
– la concezione utilitaristica della società e dell’essere umano, inteso come bene strumentale di cui servirsi per il soddisfacimento dei propri desideri, da cui scaturisce l’attuale crisi della società e dell’umanità, può essere superata attraverso la riscoperta della famiglia e dell’autenticità dell’amore lì custodito;
– la cura delle relazioni personali nella coppia quale momento fondamentale per la nascita di famiglie solide;
– l’educazione dei figli, riconoscendo e valorizzando il ruolo fondamentale dei genitori nell’educazione e formazione degli individui;
– la promozione della dignità della donna, passando attraverso il riconoscimento di un’uguaglianza formale tra i sessi, valorizzandone al contempo le differenze biologiche;
– la responsabilità nell’educazione dei figli e nelle relazioni tra famiglie in vista del reciproco sostegno materiale e morale, sottolineando -secondo il principio di sussidiarietà– l’importanza del ruolo dei singoli e delle famiglie per la costruzione di una società più giusta;
– il concetto di cittadinanza sociale della famiglia e la necessità di promuovere interventi che favoriscano la costituzione e lo sviluppo della famiglia come soggetto sociale avente diritti propri.
Non si tratta di categorie esaustive, pertanto saranno prese in considerazione tutte le proposte pervenute, che saranno valutate sulla base di criteri di scientificità e coerenza con gli obiettivi della CFP. La Collana, infatti, si caratterizza per un taglio di ricerca interdisciplinare, pertanto potranno essere valutati contributi filosofici, antropologici, sociologici, storici e giuridici, di natura teoretica e di natura empirica. Sono ammessi contributi in lingua italiana, inglese, spagnola e francese.
Norme per la presentazione di contributi.
Inviare entro il 30/11/2023 la proposta in forma di abstract (max 400 parole), contenente titolo, tre parole chiave, cognome e nome dell’autore, affiliazione, indirizzo e-mail.
Le proposte, corredate da un breve CV per ogni autore ed eventuale co-autore, devono essere inviate al seguente indirizzo di posta elettronica: centrostudifemininumingenium@gmail.com indicando nell’oggetto dell’e-mail “Proposta abstract CFP Famiglia. Fondamenti, ruolo, crisi”. L’allegato dovrà essere denominato con il cognome dell’autore.
In caso di accettazione, la Redazione ne darà comunicazione via e-mail, con le istruzioni per l’invio dell’articolo definitivo, che dovrà avvenire entro il 31/12/2023. Le proposte estese saranno sottoposte ad un processo di valutazione tra pari e al parere del Comitato Scientifico del CSFI. Seguirà l’eventuale fase di revisione propedeutica alla pubblicazione.