Il nome Femininum Ingenium intende sottolineare, con l’espressione latina che affianca al termine neutro ingenium l’aggettivo femininum, l’elemento, l’essenza, lo spirito femminile, al fine di esprimere la ricchezza della riflessione e della speculazione femminili.
La scelta del giorno di fondazione intende, anch’essa, farsi portatrice di significato per la coincidenza con la celebrazione della presentazione di Gesù al Tempio e per la celebrazione della purificazione di Maria, evento riportato nel Vangelo di Luca 2, 22-39. In questi versetti del testo evangelico, inoltre, compare una figura femminile, che seppur presentata a latere, quasi nell’ombra del grandioso evento narrato, assume un rilievo particolare, poiché è probabilmente la prima donna che riconosce pubblicamente Gesù come il redentore e lo presenta alla gente: “C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme (36-38)”.
Le donne sono presenti nella storia e, spesso senza clamore, sommessamente, rivelano l’essenza del femminile, che è anche narrazione, tessitura di relazioni, edificazione sociale. Il CSFI si pone l’obiettivo di riscoprire e rivalutare queste figure e queste caratteristiche, al fine di contribuire all’emersione di una storia dell’umanità e delle sue idee, non con intento conflittuale e di contrapposizione rispetto a quella ufficiale, ma in modo ad essa speculare e complementare.